Assieme alla fattura scadente tra una quindicina di giorni, Telecom mi invia, per posta elettronica, anche qualche informazione, tipo questa:
[Dal 1° aprile 2013] "l'importo che il cliente è tenuto a pagare in caso di esercizio del diritto di recesso dal contratto di abbonamento al servizio telefonico di base ... sarà ... ridotto ad €. 34,90 IVA inclusa".
Bene, confesso che non non mi sembra di fare un grande affare, almeno per una linea telefonica che utilizzo solo per ricevere chiamate e cui non è collegata una ADSL (stiamo parlando di un piccolo centro di meno di 1.500 anime, non conviene a nessun fornitore portarci l'internet veloce, Telecom Italia non lo fa ma neanche Infostrada e nemmeno Teletu, ho controllato): già, perché la previgente
formulazione delle Condizioni Generali di Abbonamento chiedeva molto di meno a chi se ne andava, solo il corrispettivo del servizio fruito ed il canone dell'ultimo mese.
Tanto per gradire,
questi sono i dati di bilancio più recenti messi a disposizione dall'ex monopolista, intanto che voi li leggete io vado a controllare come faccio ad andarmene (loro dicono recedere) senza applicazione di quella maggiore penale: la legge lo consente, sapete?