lunedì 14 gennaio 2013

Andare sul sicuro


Dopo l'esperimento scandinavo, un autore che non si sbaglia: Stephen King, The Dome.
Il terrorista di Bangor, Maine, dopo qualche libro più intimista, torna al vecchio amore, la descrizione di una piccola comunità - comunque un paio di migliaia di persone - immersa in un incubo, in questo caso una cupola (in inglese dome, appunto) che sigilla un paesino sperduto della Nuova Inghilterra: dove si dimostra, tra l'altro, che non ci sono meccanismi democratici perfetti, e che si riesce benissimo a mandarli in corto circuito trasformando Chester's Mills (che ha preso il posto di Castle Rock) dal sogno americano con casette a schiera, villette con giardino ed orto, grandi spazi e scuola superiore con annessa squadra di basket e di football in un incubo dittatoriale, dove il libito diventa lecito.
A me è sembrato, addirittura, un apologo degli otto anni di W. Bush, quando in nome dell'emergenza, così come ripetuto spesso dai protagonisti del libro, tutto si può fare. E se Stephen king si interessasse anche delle provincie dell'impero, poteva essere del pari un racconto
dell'Italietta alle prese con islamisti in arrivo sui barconi ed influenza aviaria e H1N1: a proposito, conoscete qualcuno che se le sia prese?
I tantissimi personaggi agiscono come in una macchina perfettamente oliata (chissà se ci sono dei "negri" che lavorano per lui) e la conclusione è degna del miglior King: una vera boccata d'ossigeno, adesso sono pronto a fare qualche esperimento, magari sui vampiri ed affini che, altra maledizione epocale - infestano i banchi delle nostre librerie: dovrò andare da Feltrinelli senza la consueta testa d'aglio in tasca.

Originariamente pubblicato sul blog collettivo "Che libro stai leggendo" il 2 luglio 2011

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