sabato 2 marzo 2013

Del porcellum non si butta via niente

Il sistema elettorale non deve essere una camicia di forza ma un abito su misura, dice un costituzionalista come Michele Anais; difficile dargli torto, però i parlamentari non sono tutti dei Caraceni.
Il porcellum che stiamo utilizzando dal 2006 (tre turni elettorali, due anticipati) è sotto accusa principalmente per il cosiddetto sequestro della volontà popolare: niente preferenze, un Parlamento di nominati. Posso dirlo? Lo dico: è una sesquipedale buffonata.  Le preferenze non c'erano neanche nel mattarellum utilizzato dal 1994 al 2001
(anche qui tre elezioni, una anticipata): ci sono collegi in cui il popolo sovrano eleggerebbe anche un panino al prosciutto o Calderoli, per dire, e senza offesa per il panino al prosciutto; poi, alle elezioni regionali le preferenze ci sono, e vi sembra che Er Batman Fiorito, Penati o Renzo Trota Bossi si siano dimostrati questi campioni della politica , degni epigoni di Cavour, De Gasperi o Togliatti?
Instabilità e ingovernabilità? L'art. 57 della Costituzione impone di eleggere i senatori con un sistema a base regionale, per questo il Senato è spesso e volentieri un terno al lotto.
Dal punto di vista strettamente costituzionale se si decide di utilizzare una legge fortemente maggioritaria il problema è un altro: i limiti posti al potere della maggioranza, nella nostra Carta, sono tarati su i numeri che potevano venir fuori da un sistema proporzionale. Esempio classico è il meccanismo rafforzato di modifica della Costituzione, che chiede una maggioranza dei due terzi (oltre alla doppia lettura) per sottrarre le scelte del Parlamento al referendum confermativo: qualcuno si è accorto che è stato cambiato l'art. 81?
E quindi?
Quindi niente: i pozzi sono ormai avvelenati, non mi sembra possibile che tra le forze politiche si riesca a raggiungere un accordo per qualche modifica sostanziale, anche perché ogni partito - è umano - punta a tirare per la giacca il meccanismo per trarne qualche vantaggio (per tornare al Senato, non è un caso il meccanismo scelto, visto che le regioni più popolose sappiamo bene per chi votano, ma questa è un'altra storia); facciamocene una ragione, oppure torniamo al proporzionale puro, che magari è meglio. 

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