sabato 9 marzo 2013

Le brave ragazze vanno al Quirinale

Tra poco più di un mese verrà riunito in seduta comune il Parlamento, integrato dai rappresentanti delle Regioni, per eleggere il successore di Napolitano;  speriamo che il tempo passi in fretta, perché già adesso abbiamo sentito candidature almeno fantasiose, ma soprattutto, come un mantra, si è da più parti ripetuto che sarebbe molto opportuno eleggere una donna.
Così, per principio.
E il principio mi sembra più che valido, solo che quando si è scesi poi nel concreto, per prima cosa è stato fatto il nome di Anna Finocchiaro, da parecchio tempo astro nascente del PD.  Parecchio
tempo, perché oltre ad aver coraggiosamente portato il partito, nella sua Sicilia, a percentuali da prefisso telefonico internazionale, non mi sembra possa vantare altri particolari meriti, oltre a quelli di un uso creativo delle scorte; bene, magari si consolerà con la presidenza del Senato, chi può dirlo.
Altro nome che circola è quello di Emma Bonino, che è stata capace di perdere le elezioni senza avere nemmeno l'avversario: sto parlando delle regionali nel Lazio, quando il PDL non riuscì a presentare le liste a Roma ma portò ugualmente Renata Polverini alla Pisana, con i risultati che sappiamo.
Visti i precedenti, è credibile che non ce la faccia, e non sarebbe male, altrimenti in qualche oscura stanzetta, lì sul Colle, potremmo trovare comodamente sistemati i noti radicali e non violenti Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti, che con la suddetta signora hanno già dimostrato di avere un certo feeling.
E allora? Non mi pronuncio, per carità, ma c'è un signore pugliese che al momento è disoccupato ma che pur di fare il Presidente della Repubblica, secondo me, sarebbe anche disposto a cambiare sesso.

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