giovedì 21 marzo 2013

Tutti i governi del Presidente


Necessarie due premesse: la prima, scrivo e non ho idea di cosa stia combinando Napolitano, mi auguro che Beppe Grillo almeno gli abbia fatto fare due risate, e la seconda, sulla formazione del Governo ci muoviamo in un campo minato, dove si intrecciano norme di diritto positivo, prassi costituzionali consolidate e ragion di Stato; quindi la lettura della situazione è particolarmente difficile.
Io qui però non parlo di politica, e pertanto è dalle norme che dobbiamo partire, e sono qui, da leggere con attenzione.

Secondo queste norme, tutti i Governi sono del Presidente della Repubblica, il solo che può nominare il Presidente del Consiglio e "su proposta di questi i ministri", in quanto quella del Presidente del Consiglio è formalmente una scelta completamente autonoma da parte del Capo dello Stato.
E allora perché le consultazioni? Premesso che è una prassi che risale al Regno d'Italia, figuriamoci, ed in quel caso era frutto di una interpretazione evolutiva dello Statuto Albertino, che attribuiva il potere esecutivo al Re e non parlava di Presidente del Consiglio dei Ministri, il Capo dello Stato prima di fare una scelta attende le risposte dalla politica, che è cosa diversa.
Poi ovviamente si pone il problema di dare un senso all'incarico: inutile che venga affidato a persone che non hanno sufficienti divisioni per ottenere la fiducia. Solo a quel punto il governo cessa di essere del Presidente della repubblica e diventa del Parlamento.

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