domenica 5 gennaio 2014

I misteri dello stracotto

Ogni tanto bisogna abbandonare le strade già battute e provare qualcosa di nuovo: quindi mi sono cimentato in uno stracotto col cui fondo di cottura ho anche condito i tortellini. No, niente brasato al barolo, troppo complicato, costoso, e bisognoso di strumenti come il frullatore ad immersione che mai metteranno piede nella mia cucina.
Ho cominciato dalla carne: un chilo della parte che si usa per il roast beef, e dal vino, una bottiglia di Chianti Classico della cantina Banfi, il resto è stato relativamente facile.
Per prima cosa, due belle cipolle da far sudare in olio e burro in una casseruola abbastanza ampia: una volta appassite, a fuoco vivace ho rosolato la carne da tutti i lati, un lavoro di una decina di minuti, e poi l'ho annegata con la bottiglia di vino, ho aggiunto un dado, un pugno di farina ed un mezzo cucchiaio di concentrato di pomodoro ed ho portato tutto a bollore.
A questo punto in teoria la cottura va avanti da sola, ma è opportuno dare una rigirata alla carne ogni tanto e controllare che il fondo non si attacchi. Dopo un'ora e mezzo ho aggiunto un bicchiere di acqua tiepida ed ho proseguito a fiamma molto dolce per un'altra ora e mezzo.
Forse si sente un po' troppo il vino, e me ne sono accorto quando ho condito i tortellini (in mancanza dei ravioli del plin) con il fondo di cottura: la prossima volta niente farina e dieci minuti in più di cottura.

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