domenica 15 giugno 2014

Epocale? Forse che sì, forse che no

Allora, la Corte Costituzionale ha parlato, ed ha buttato la palla nel campo della politica. Con la signora Bernaroli ho scambiato qualche battuta che ho avuto il permesso di pubblicare qui.

Per prima cosa le ho fatto notare che forse non è stata una sentenza così coraggiosa ed ha replicato:
"Io credo che questa sia una pronuncia importante non solo per me, ma anche per il futuro delle coppie omosessuali".

Di matrimonio, però, non si parla.
"Vero, ma di unioni equivalenti sì, ed è la prima volta che vi è una sorta di 'ordine' a legiferare, seppure senza un termine vincolante"

Perché dovremmo rinunciare, tanto per dirne solo alcuni, a quello che hanno inglesi, francesi e tedeschi. O la mia è una posizione troppo ideologica?
"Io sono d'accordo con lei, ma ricordi che anche in UK fino a poco tempo fa il matrimonio si chiamava unione civile, anche se i contenuti erano i medesimi. Se intanto si facesse questo sarebbe già tantissimo, si passerebbe da 0 a 95, diciamo. Dopo sarebbe soltanto un problema terminologico, nei fatti se non nella sostanza e nell'ideologia. Da lì sarebbe facile in poco tempo convincere tutti che è solo una questione terminologica e prima o poi anche il nome diverrebbe uguale.
Io penso prima alla sostanza, che ad oggi è ferma al palo, e poi alla forma!"






































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